Innata o indotta? Tutti possono allenarsi al pensiero creativo.
Qualche giorno fa, ho ascoltato la puntata di un podcast che mi piace molto (questa), nella quale Carmen Laterza – scrittrice, ghostwriter ed editor – intervista Giovanni Lucarelli, docente e facilitatore di creatività.
La creatività è un tema che mi appassiona moltissimo, proprio perché è sempre stata parte integrante delle esperienze che ho fatto e l’aspetto più stimolante nel mio lavoro. Lucarelli parla degli studi che indagano il fattore creativo nelle persone: questo fattore, così come tanti altri aspetti della nostra personalità, è la somma di una propensione naturale più o meno spinta, e i fattori ambientali; in particolare, un’educazione aperta al dialogo – che non censura l’errore – è sicuramente un’ottima base per sviluppare maggiormente il pensiero creativo.
Ma stop: cosa si intende per creatività?
Arthur Koestler (scrittore, giornalista e parapsicologo) diceva: “La creatività è l’arte di sommare due e due, ottenendo cinque”. E in effetti, si tratta di sviluppare il cosiddetto pensiero laterale, per trovare nuove connessioni utili tra elementi già esistenti.
Va da sé che non è un’attitudine funzionale solo in ambito artistico, ma ovunque, anche in finanza!
Riprendendo il discorso di un’educazione che dia spazio all’errore, non potrei essere più a favore. Tanto per cominciare, l’apprendimento si fonda proprio su prove ed errori, e in secondo luogo, da quello che sembra un errore può nascere qualcosa di meraviglioso e inaspettato (Colombo per errore ha scoperto un nuovo continente, per dire).
LA CREATIVITA’ SI ALLENA
Che tu sia più o meno portata, puoi senz’altro allenarti ad essere creativa.
Per quanto riguarda la scrittura, che è l’ambito nel quale do più sfogo a questa attitudine, ho toccato con mano come l’allenamento possa essere efficace e stimolante.
Mio figlio Matteo, di anni 5, spesso ha bisogno di una spintarella per lasciarsi andare all’estro e c’è un esercizio che gli piace particolarmente. Si tratta di una storia con diversi pezzi mancanti (titolo compreso) e naturalmente è pensata perché il bambino integri le varie parti, facendo venire fuori ogni volta una trama diversa.
Anche se spesso nascono racconti senza né capo né coda, lui li adora perché sono suoi ‘prodotti’ ed è davvero un buon metodo per spingerlo a liberare l’immaginazione.
Ecco, penso che questo esercizio sia utile anche per gli adulti.
Quindi, ora che abbiamo chiarito cosa sia la creatività, sia che tu voglia incrementarla perché ti fa sentire bene, sia che ti serva nel lavoro, prova a fare così: prendi un libro che ti piace e che conosci bene. In particolare, individua due pagine e prova a togliere dei pezzi.
Scegli tu come sostituirli. Crea una nuova, fantastica, incredibile, surreale storia.
L’ignoto dal noto.
Ecco un pezzetto del mio:
TESTO ORIGINALE (TRATTO DA ‘MANGIA, PREGA, AMA’ di Elizabeth Gilbert)
La mattina seguente la meditazione è un disastro. Disperata supplico la mia mente di farsi da parte e lasciarmi trovare Dio, ma lei mi dice con volontà d’acciaio: “Non lascerò mai che tu mi metta da parte”.
Per tutto il giorno sono così piena di odio e rancore che temo per la vita di chiunque incroci il mio cammino.
Mi vergogno della mia rabbia e vado a nascondermi (ancora!) in bagno per piangere in pace, poi m’indigno con me stessa per aver pianto, e mi viene in mente che la mia guru dice di non lasciarsi andare ogni volta, altrimenti diventa un’abitudine… Ma che ne sa lei? Lei è illuminata. Non può aiutarmi. Non può capire ME.
Nessuno deve rivolgermi la parola. In questo momento non posso tollerare la faccia di nessuno.
Per un po’ riesco ad evitare anche Richard il texano, ma all’ora di cena mi trova e si siede, coraggioso, nel bel mezzo della nera nebbia che mi circonda.
“Com’è che sei tutta così accartocciata?” Strascica le parole, lo stuzzicadenti in bocca, come al solito.
QUI IL MIO PASTICCIO CREATIVO:
“La mattina seguente la meditazione è un disastro. Disperata supplico la mia mente di farsi da parte e FARE SI’ CHE MI RICORDI COME FABBRICARE UN MOJITO ANCHE IN MEZZO ALLA GIUNGLA, ma lei mi dice con volontà d’acciaio: “AL MASSIMO TI INSEGNO A FARE LA PIZZA CON FOGLIE E RAMI!”.
Per tutto il giorno sono così piena di odio e rancore che temo per la vita di chiunque incroci il mio cammino.
Mi vergogno della mia rabbia e INIZIO A SALTARE DA UN ALBERO ALL’ALTRO CON LE LIANE, SE FUNZIONA PER TARZAN, PUO’ FUNZIONARE ANCHE PER ME, e mi viene in mente che la mia guru dice di non lasciarsi andare ogni volta, altrimenti diventa un’abitudine… Ma che ne sa lei? Lei E’ UNA BALLERINA DEL TEATRO RUSSO CON UNA GAMBA SOLA. Non può aiutarmi. Non può capire me.
Nessuno deve LANCIARMI SASSI CON LA FIONDA ADESSO. In questo momento non posso tollerare la faccia di nessuno.
Per un po’ riesco ad evitare anche Richard il texano, ma POI SBUCA DA DIETRO UN CESPUGLIO E SI ATTACCA ALLE MIE GAMBE, PERCHE’ ANCHE LUI VUOLE VOLARE INSIEME A ME COME TARZAN, ANCHE SE SEMBRIAMO PIU’ DUE ACROBATI PAZZI DEL CIRCO.
“QUESTA GIUNGLA E’ UNO SBALLO!” Strascica le parole, lo stuzzicadenti in bocca, come al solito”.
? Nella mente le scene hanno preso vita. Ho visto Liz attaccarsi alle liane in mezzo al verde della giungla.
Prova anche tu e fammi sapere come ti fa sentire.
Presta attenzione a cosa succede nella mente quando rielabori la storia in libertà, a quel preciso momento nel quale parte il flusso creativo 🙂